Nell'uomo primitivo è in primo luogo la paura che suscita l'idea religiosa.
Il matrimonio è il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di duraturo.
Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l'evoluzione verso una dieta vegetariana.
È un errore frequente misurare le cose in base al denaro che costano.
L'amore porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.
Ogni raggio di luce si muove nel sistema di coordinate "a riposo" con la velocità fissa V, indipendentemente dal fatto che questo raggio di luce sia emesso da un corpo a riposo o in moto.
L'assenza di paura è il primo requisito della spiritualità. I codardi non possono mai essere morali.
Che differenza c'è se ci cade addosso il casotto delle sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c'è chi teme di più quest'ultima evenienza, sebbene entrambe siano ugualmente mortali: abbiamo più paura delle cause che degli effetti.
La paura è l'infelicità, ma non perciò il coraggio è la felicità, è invece mancanza di paura, non coraggio, il quale forse richiede più che energia.
Il coraggio è il superamento della paura.
Ci sono due leve per fare muovere un uomo, paura ed egoismo.
La virtù cresce osando, tardando la paura.
Coraggio ce l'ho. È la paura che mi frega.
Sono felice? No, ovvio. Mi manca da morire. Ma non posso fare molto. Proprio perché lo amavo, ho dovuto lasciarlo andare. Vivo guardando avanti. Non so cosa il futuro mi riserverà. Ho paura? Tanta. Ho deciso di vivere giorno dopo giorno.
Il terrore consiste in una morbosa sensazione di paura, di qualche cosa che non potrei ben definire neppure io, di un non so che d'inconcepibile, d'inesistente nell'ordine delle cose, ma che pur deve assolutamente, forse proprio in quel medesimo istante, avverarsi.
La paura creò gli dei, l'audacia ha creato i re.