L'unica razza che conosco è quella umana.
Dio non gioca a dadi.
La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.
Il parziale disordine si trasforma in infinito ordine.
La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente.
Gran brutta malattia il razzismo. Più che altro strana: colpisce i bianchi, ma fa fuori i neri.
Un mondo imbastardito e "negrizzato" sarebbero perduti per sempre i concetti dell'umanamente bello e del sublime, nonché ogni nozione d'un avvenire idealizzato del genere umano.
Il razzismo è l'espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini.
I problemi della razza sono essenzialmente problemi di relazioni umane, e i problemi della razza non sono che una delle tante prove del nostro fallimento nelle relazioni umane.
I terroni non so, ma noi italiani non siamo razzisti.
Senza una chiara, definitiva, onnipresente coscienza di razza, non si tengono gli imperi.
Questo deprecabile razzismo da stadio sta rovinando l'immagine di milioni di razzisti per bene.
Fin dagli inizi l'auto-proclamazione della comunità dei liberi avverte a bisogno di far ricorso a miti genealogici che diano un fondamento a questo gesto di distinzione.
Lo scopo supremo dello Stato nazionale è quello di conservare quei primordiali elementi di razza che, quali donatori di civiltà, creano la bellezza e la dignità d'un'umanità superiore.
La così detta razza bianca è in realtà rosa - grigio.
Un uomo dovrebbe, qualunque cosa accada, tenere per la propria casta, razza e discendenza. I bianchi vadano con i bianchi, i negri con i negri.