Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.
Quel che insegna Google è che c'è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con tutti gli altri saperi.
La mente ti mente improvvisamente e le strade che c'erano ieri non sono più niente.
Erano mosse apparentemente suicide. Ma erano il movimento di una zampa, o la flessione della schiena, o l'angolo di uno sguardo: intorno c'era l'animale, ed aveva un piano, ed era l'animale, l'unico, che sarebbe sopravvissuto.
Ognuno di noi sta dove stanno tutti, nell'unico luogo che c'è, dentro la corrente della mutazione, dove ciò che ci è noto lo chiamiamo civiltà, e quel che ancora non ha nome, barbarie. A differenza di altri, penso che sia un luogo magnifico.
Rugby, gioco da psiche cubista, deliberatamente si scelsero un pallone ovale, cioè imprevedibile.
Il mare aveva preso un tono dal taglio fresco del ferro, non soltanto colore, ma condizione formata in un atto, cambiamento, novità e paesaggio; e durezza, alla vista, pure pronta a trasformarsi.
Mi feci tante domande che andai a vivere sulla riva del mare e gettai in acqua le risposte per non litigare con nessuno.
Domani torneremo a navigare l'immenso mare.
Gli occhi dietro alle lacrime come due pesciolini in un mare troppo stretto.
Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama.
Degna di fiducia è la terra, infido il mare.
Una buona cura per il mal di mare è stare seduti sotto un albero.
Il mare è fatto così. Puoi essere il miglior marinaio del mondo, ma arriva lui e ti liquida. L'unica consolazione è comportarti al meglio...
Il mare è un nemico che gli uomini si sforzano di amare.
Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un'altra riva, e arriverò.