L'invidia è un sentimento che divora chi lo nutre.
L'eloquenza è un dono per chi la possiede e una tortura per chi la subisce.
L'aforisma è il tentativo di risolvere dialetticamente il conflitto tra esperienza e riflessione.
Le virtù annoiano, le qualità lasciano indifferenti, i vizi rendono interessanti.
L'abbaglio è uno sbaglio che acceca.
Sull'ingratitudine si pensa che tutto sia stato detto. Finché non la si sperimenta in proprio.
L'invidia è l'arte di contare i colpi di fortuna degli altri anziché i propri.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
Credo che l'invidia sia il mio peccato...
Il ferro è consumato dalla ruggine, l'invidioso dal suo vizio.
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
Ho sempre vinto l'invidia, la vigliaccheria e la malvagità coprendole di maestosa invisibilità e di appariscente indifferenza.
Essere felici vuol dire essere invidiati. Ora c'è sempre qualcuno che ci invidia. Si tratta di scoprirlo.
Non augurate mai ad un invidioso di avere figli: sarebbe geloso di loro perché non può più avere la loro età.
L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.