Bisogna morire molte volte per imparare a vivere.
Solo una cosa è ormai gratuita in Italia: l'educazione. Perché non abusarne?
La morte è qualcosa di inevitabile. Quando un uomo ha fatto quello che ritiene il suo dovere per la sua gente e il suo paese, può riposare in pace. Credo di aver fatto quello sforzo ed è per questo che riposerò per l'eternità.
La morte è come il sonno, ma con questa differenza: se sei morto e qualcuno grida "In piedi, è giorno fatto!", ti riesce difficile trovare le pantofole.
Tutto è instabile, fallace e più mutevole di ogni burrasca: tutto è sconvolto e muta per i capricci della sorte: fra tanto variare delle vicende umane, la sola cosa certa è la morte; eppure, tutti si lamentano della sola cosa che non inganna nessuno.
Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo.
Con vent'anni nel core Pare un sogno la morte, eppur si muore.
In confronto alla morte, l'amore è una faticosa faccenda infantile, sebbene gli uomini credano più nell'amore che nella morte.
Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio.
In ogni uomo che muore muore con lui, la sua prima neve, il primo bacio, la prima lotta. Non muoiono le persone, ma muoiono i mondi dentro di loro.
E la morte passò con la nuda falce a produrre tanti vuoti nelle nostre già sparute schiere di sopravvissuti.
La separazione e la morte sono atroci. Però un amore che non sembri l'ultimo della vita, per una donna non è che un inutile passatempo.