Senza il purgatorio e l'inferno, il buon Dio non sarebbe che un povero re.
I desideri, anche più innocenti, hanno questo di brutto, che ci sottomettono agli altri e ci rendono schiavi.
Il gioco è un corpo a corpo con il destino.
Senza illusioni, l'umanità morirebbe di disperazione o di noia.
Si lusingava di essere un uomo privo di pregiudizi; e questa pretesa è di per sé un grande pregiudizio.
Viaggiare ristabilisce l'armonia originale che un tempo esisteva tra l'uomo e l'universo.
La vera tragedia dei poveri è che non si possono permettere altro che l'abnegazione. I bei peccati, come tutte le cose belle, sono privilegio dei ricchi.
Ogni bambino merita le migliori possibilità di riuscita, ognuno dovrebbe potere avere la possibilità di lavorare e nessuno dovrebbe crescere fra sofferenze e povertà. Io li definirei i principi associati ad ogni società civile e dignitosa.
La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli; quella dei ricchi dai loro genitori.
Io amo i poveri, e soffrirei in un mondo senza poveri; i poveri sono le brioches dell'anima.
Quando si pensa essere sì pochi che godono o per meglio dire monopolizzano i benefici della società incivilita e che tanti sono i sofferenti, non si può fare a meno di dubitare: se veramente la classe povera ritrae molto profitto dalla civiltà presente.
Al povero va sempre male.
I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla.
La felicità non viene dal possedere un gran numero di cose, ma deriva dall'orgoglio del lavoro che si fa; la povertà si può vincere con un sistema costruttivo ed è di fondamentale importanza combattere l'ingiustizia anche a costo della propria vita.
Nessuno di noi è povero se non desidera il superfluo e possiede il necessario, che per natura è assai poco.
Un parente povero è sempre un parente lontano.