Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo.
Le religioni si sono impossessate della naturale disposizione metafisica dell'uomo in parte paralizzandola con una prematura istillazione dei loro dogmi, in parte proibendo e interdicendo tutte le espressioni libere e spregiudicate di questa disposizione.
La natura dimostra che con una crescita intellettiva viene una incrementata capacità di provare dolore, ed è solamente con il più alto grado di intelligenza che il dolore raggiunge il suo limite supremo.
Il destino mescola le carte e noi giochiamo.
Il mondo è appunto l'inferno e gli uomini sono, da una parte, le anime tormentate e, dall'altra, i diavoli.
La più umile specie di superbia è l'orgoglio nazionale. In chi ne è affetto esso rivela infatti la mancanza di qualità individuali delle quali potrebbe andare orgoglioso; altrimenti non ricorrerebbe a ciò che condivide con tanti milioni di individui.
Soltanto attraverso ciò che facciamo apprendiamo ciò che siamo.
Ciascuno di noi è, in verità, un'immagine del grande gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.
Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci.
Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono.
Siamo come le palle da biliardo in una partita tra giocatori inesperti, spinte continuamente in prossimità della buca senza mai finirci se non per caso.
Io sono io. Ma se fossi un altro vorrei essere come me.
Sii educato con tutti; socievole con molti; intimo con pochi; amico con uno soltanto; nemico con nessuno.
La gente trascorre molto tempo a cercare di essere qualcun altro, credo che questo scateni malattie terribili.
Parte di me sospetta che io sia un perdente, l'altra parte pensa che sono Dio Onnipotente.
L'uomo è ciò che egli pensa.