Con lo stolto non vi è compagnia.
Un'unica cosa insegno: la sofferenza e la distruzione della sofferenza.
Avendo domato se stesso si acquista un padrone difficile da conquistare.
Non c'è fuoco ch'eguagli la passione, o squalo l'odio, né trappola la follia, o torrente l'avidità.
Non ho guadagnato proprio nulla dall'Illuminazione Suprema, ed è per questa precisa ragione che viene chiamata Illuminazione Suprema.
La gentilezza dovrebbe diventare il modo naturale della vita, non l'eccezione.
Il paese di più incerti confini che sia nel mondo è quello della umana stoltezza.
Il cervello dello stolto digerisce la filosofia trasformandola in follia, la scienza in superstizione, l'arte in pedanteria. È da questo che nasce l'istruzione universitaria.
Lo stolto, tra gli altri mali, ha anche questo: incomincia sempre a vivere.
Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio.
Aver sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non aver mai dubbi: non sono queste le grandi qualità con cui la stoltezza governa il mondo?
Se lo stolto persistesse nella sua stoltezza diventerebbe saggio.
Lo stolto si meraviglia ad ogni discorso.
Volesse il cielo che gli stolti e i dappoco fossero capaci dei più piccoli mali, purtroppo invece sono capaci anche dei più grandi.
La stoltezza ha questo di proprio: ricomincia sempre da capo la vita.
Più facile premunirsi contro la malvagità che contro la stoltezza degli uomini.