Essere giovani è non possedere se stessi.
Ma tu sai cosa sono gli uomini? Miserabili cose che dovranno morire, più miserabili dei vermi o delle foglie dell'altr'anno che son morti ignorandolo.
Il gesto - il gesto - non dev'essere una vendetta. Dev'essere una calma e stanca rinuncia, una chiusa di conti, un fatto privato e ritmico. L'ultima battuta.
Da uno che non darebbe la vita per te non dovresti accettare neanche una sigaretta.
Pensa male, non ti sbaglierai.
Si corregge il sentimentalismo non diventando cinici ma diventando seri.
Il mondo muore di noia, l'impiego del tempo è letteralmente spaventoso. I giovani che si agitano un po' dovunque non se ne rendono forse conto, ma il loro vero problema non è né sociale né economico. A loro non interessa più nulla, ecco il fatto.
È privilegio della prima gioventù vivere d'anticipo sul tempo a venire, in un flusso ininterrotto di belle speranze che non conosce soste o attimi di riflessione.
Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.
A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.
I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte.
Tu conosci l'eccessiva veemenza della gioventù, com'è rapida a prender fuoco, quanto manca di raziocinio.
Alla gioventù si rimprovera spesso di credere sempre che il mondo cominci solo con essa. Ma la vecchiaia crede ancor più spesso che il mondo cessi con lei.
I cuori dei giovani ondeggiano sempre.
Ci si mette molto tempo per diventare giovani.