I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece che sadismo.
Amore è desiderio di conoscenza.
La morte, ch'era il vostro coraggio, può esservi tolta come un bene.
L'uomo è come una bestia, che vorrebbe far niente.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio.
Il pensiero del suicidio è un energico mezzo di conforto: con esso si arriva a capo di molte cattive notti.
Il coraggio cieco e sordo e illimitato e suicida, che nasce dall'amore. Non ha confini il coraggio che nasce dall'amore e per amore si realizza. Non tiene conto di alcun pericolo, non ascolta nessuna forma di raziocinio. Pretende di muovere le montagne e spesso le muove.
Il morire per fuggire la povertà o l'amore o una sofferenza qualsiasi non è da uomo coraggioso, ma piuttosto da vile: è una debolezza quella di fuggire i travagli, e chi in tal caso affronta la morte non lo fa perché è bello, ma per fuggire un male.
Chi tranquillamente rinuncia al bene della vita, che odia l'esistenza quaggiù, talché vi preferisce un'infelice eternità, deve essere niente mosso dalla meno efficace e piú lontana considerazione dei figli o dei parenti.
Onorevole è il suicidio nel momento in cui la malattia rende la morte preferibile alla vita.
Non c'è rifugio dalla confessione tranne il suicidio, e il suicidio è una confessione.
La presente condizione dell'uomo, obbligandolo a vivere e pensare ed operare secondo ragione, e vietandogli di uccidersi, è contraddittoria. O il suicidio non è contro la morale sebben contro natura, o la nostra vita, essendo contro natura, è contro la morale. Questo no, dunque neppur quello.
Il suicidio è l'estremo tentativo di migliorare la propria vita.
Il gusto del suicidio è un dono.