La poesia è anche e forse soprattutto lettura del grande libro della natura.
Il poeta non deve mai curarsi delle leggi e delle opinioni attuali, bensì risalire a quelle verità generali e trascendentali che rimarranno sempre le stesse.
L'essenza del cristianesimo è l'amore e in tal senso molti che lo praticano senza dirsi o ritenersi cristiani lo sono più di tanti che dicono "Signore, Signore".
La nostra morte individuale, solitaria e dimenticata nel frastuono delle cose ci incute sgomento in cuore.
I limiti della nostra immaginazione non sono quelli della realtà.
Non è mai una sola persona, bensì una pluralità sia pure ristretta di persone variamente amate a farci crescere e maturare; e lo stesso vale per i luoghi e per le parole poetiche.
Il senso per la poesia ha molto in comune con il senso del misticismo... rappresenta l'irrappresentabile, vede l'invisibile, sente il non sensibile.
La poesia è lo spontaneo straripamento delle potenti sensazioni: prende origine dall'emozione rammentata nella tranquillità.
La poesia è sentirsi morire.
Il poeta sottrae tutto il meglio della vita per trasferirlo nella sua scrittura. Perciò la sua scrittura è così splendida e la vita così brutta.
Nel burocrate c'è qualcosa che non ama una poesia.
La poesia è il reale, il reale veramente assoluto. Questo è il nocciolo della mia filosofia. Quanto più poetico, tanto più vero.
Quando qualcuno riderà della tua poesia, ridi della sua ignoranza.
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti.
A vent'anni si tenta la poesia, a cinquanta si pensa che bisognava insistere.
I poeti sono i legislatori misconosciuti del mondo.