Noi deriviamo la nostra vitalità dal magazzino della pazzia.
Poiché la sfera della coscienza si restringe nell'azione, chi agisce non può pretendere all'universale: l'agire è un aggrapparsi alle proprietà dell'essere a detrimento dell'essere, a una forma di realtà a scapito della realtà.
Il tormento, per alcuni, è una necessità, un bisogno, un appetito, un compiacimento.
All'interno di ogni desiderio lottano un monaco e un macellaio.
L'amore - un incontro di due salive... Tutti i sentimenti attingono il loro assoluto dalla miseria delle ghiandole.
Perché si dorme? Non tanto per riposare, quanto per dimenticare.
Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano.
Quando un pazzo sembra perfettamente ragionevole è gran tempo, credetemi, di mettergli la camicia di forza.
Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.
La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità ?
Mi era venuto il dubbio che la filosofia fosse una grande difesa contro la pazzia.
Tutti siamo nati matti. Qualcuno lo rimane.
I pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi.
L'ottica dei pazzi è da prendersi in seria considerazione: a meno che non si voglia essere progrediti in tutto fuorché sul problema dei pazzi, limitandosi comodamente a rimuoverli.
L'avaro ha una somma pazzia, che sempre stenta per non stentare, e la vita a lui fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.
Ogni tanto è bello fare pazzie.