Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare.
Non c'è caccia come la caccia all'uomo e quelli che hanno cacciato a lungo uomini armati provando piacere a farlo non hanno più interesse per nient'altro.
Se sei abbastanza fortunato di aver vissuto a Parigi come un giovane uomo, allora per il resto della tua vita ovunque andrai, sarà con te, a Parigi è un continuo banchettare.
Ritengo che da un moderno punto di vista morale, vale a dire da un punto di vista cristiano, l'intera corrida sia insostenibile; c'è senza dubbio molta crudeltà, c'è sempre pericolo, sia voluto sia inaspettato, e c'è sempre morte.
Non confondere il movimento con l'azione.
Tutti uccidono tutti gli altri in un modo o nell'altro.
Lottare significa vivere, e vivere soffrire.
Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro.
Noi non facciamo i politici, i deputati, i leader. Lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, si dovrà comprendere.
A un certo punto devi smettere di correre e voltarti e affrontare chi ti vuole morto. Il difficile è trovare il coraggio di farlo.
Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio.
Quando hai a che fare con catene e armi o affronti un combattimento corpo a corpo, devi mettere in conto di farti male.
Di pari passo con l'aumentare dell'uguaglianza cresce il numero di persone che lotta per il predominio.
Contro la noia anche gli dei lottano invano.
La guerra ha delle regole, la lotta nel fango ha delle regole. La politica non ha regole.
Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili.