Per gli uomini le sventure altrui sono la miglior medicina delle proprie.
Con un colpo di fortuna spesso si ottiene quello che non si è ottenuto con la fatica.
Una volta che ha sperimentato la malvagità di qualcuno, il saggio non si lascia più ingannare dalle sue mosse.
L'abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose.
Le persone intelligenti non disprezzano nessuno, perché sanno che nessuno è tanto debole da non potersi vendicare, se subisce un'offesa.
La favola insegna che quelli che tradiscono l'amicizia, anche se riescono a sfuggire alla vendetta delle vittime, per l'impotenza di queste, non possono in ogni caso sfuggire alla punizione del cielo.
La sventura è per il nostro animo il calore che lo mantiene molle: nella buona sorte è facile che diventi duro.
Difficile che in fondo alla sventura non ci sia qualche po' di colpa.
Niente è più facile che sopportare con forza d'animo le sventure altrui.
La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.
Non possiamo né contare tutti gli sventurati, né piangerne uno solo degnamente.
C'è una sola strada che porta gli uomini alla vera grandezza umana: la dura scuola delle sventure.
Non ho mai conosciuto in vita un uomo che non sapesse sopportare le sventure altrui con perfetta rassegnazione cristiana.
Quando sui grandi della terra s'abbatte qualche grande sventura, non la si attribuisce più alla gelosia degli dèi ma alla loro giustizia.
Chi si lascia stordire dalla sventura, non può approfittare del suo insegnamento.