Si conosce un uomo dal modo in cui ride.
La questione è nella vita, unicamente nella vita, nella scoperta della vita, sconfinata ed eterna, e non certo nella scoperta di nuove terre.
Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.
Non è facile giudicare la bellezza. Io non sono pratico. La bellezza è un mistero.
Un uomo evoluto e perbene non può essere vanitoso senza un'illimitata severità con se stesso e senza disprezzarsi fino all'odio in certi momenti.
L'amore è un tesoro così inestimabile che con esso puoi redimere tutto il mondo e riscattare non solo i tuoi peccati ma anche i peccati degli altri.
Ridere significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire.
Ridere significa godere dell'altrui sofferenza, ma con la coscienza tranquilla.
Il riso castiga certi difetti pressappoco come la malattia castiga certi eccessi.
L'uomo si vendica col riso di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore.
Nulla è più sciocco di un sorriso sciocco.
A volte penso che: nel momento in cui uno ride, quello sia veramente un momento in cui si aprono le porte della percezione e l'Eternità entra in noi.
Oggi mi esercito a ridere per una buona ora, per meritarmi la fama di scrittore gaio che hanno voluto darmi.
Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente.
Se volete riuscire con le donne, non le fate ridere.
Dobbiamo ridere prima di essere felici, per tema di morire senza avere riso.