Uno scrittore con l'animo in pace non è uno scrittore.
Gli odi insanabili sono sempre quelli di famiglia.
L'etimologia in disaccordo con la logica. Chiamiamo animali gli esseri viventi ai quali neghiamo la proprietà di un'anima.
La televisione ha concesso a una moltitudine di individui la grazia di reputarsi intelligenti, cosa che i libri non avevano ottenuto in trenta secoli di scrittura. Ha anche prodotto una massa di dementi, operazione che i libri non erano mai riusciti a compiere.
Le statistiche indicano la percentuale di nati morti. Trascurano la percentuale di morti vivi.
La vita: viaggio involontario fra gli uomini.
Nell'intimità della lettura il grande scrittore non sembra limitarci, ma completarci.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mollato.
Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito prima dell'opera: è proprio per non volerverlo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell'opera.
Ogni popolo brandisce il suo scrittore o i suoi scrittori come cannoni.
Una vocazione genuina porta lo scrittore a scrivere solo per sé: dapprima per orgoglio, poi per umiltà.
Si dovrebbe considerare uno scrittore come un malfattore, che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione o la grazia: questo sarebbe un rimedio contro il dilagare dei libri.
Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere molto e scrivere molto.
Nessun uomo andrebbe mai a cercarsi una scrittrice. Sono come i debiti. Passano le giornate a sognare invece di cucinare. Pensano ai libri invece che ai bambini. Si dimenticano di pulire la casa.
Lo scrittore deve considerare i suoi vecchi testi quali altri testi, che egli riprende, cita o deforma, come farebbe di una moltitudine di altri segni.
Pochi autori di questo secolo insegnano come Musil che l'unica dimensione dello scrittore è quella della verità.