Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
L'unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste la vera possibilità di giudizio, ma solo un riflesso.
C'è una meta, ma non una via; ciò che chiamiamo via è un indugiare.
L'ufficio non è un'istituzione stupida; si direbbe che appartenga più al campo del fantastico che a quello dello stupido.
Confessione e bugia sono la stessa cosa. Per poter confessare, si mente. Ciò che si è non lo si può esprimere, appunto perché lo si è; non si può comunicare se non ciò che non siamo, la menzogna.
Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima del tempo, otterrai un presente assonnato.
Il processo rivoluzionario è intrinsecamente il miglior programma di sanità pubblica possibile.
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
La parola rivoluzione è una parola per la quale si uccide, per la quale si muore, per la quale si mandano a morte le masse, ma che non ha alcun contenuto.
Le grandi rivoluzioni d'ordine spirituale, che mutarono l'aspetto del mondo, si possono solo pensare e realizzare quali lotte titaniche di singole figure, non mai quali imprese di coalizione.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
Nessuna grande rivoluzione, come la storia dimostra, si è compiuta senza guerra civile.
Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.
Le rivoluzioni nascono dalla cima. Sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima.
La rivoluzione ha come obiettivo delle nuove istituzioni. La rivolta ci porta a non lasciarci più amministrare ma ad amministrare da soli. La rivolta non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste. Una volta riuscita, ciò che esiste crolla da solo.