Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi.
La decisione del cristiano di trovare brutto e malvagio il mondo ha reso il mondo brutto e malvagio.
È un giusto giudizio dei dotti che gli uomini di tutti i tempi abbiano creduto che cosa sia bene e male, degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiudizio dei dotti che noi adesso lo sappiamo meglio di qualsiasi altro tempo.
Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
Un po' di salute ogni tanto è il miglior rimedio per l'ammalato.
In un colloquio un po' lungo anche il più saggio diventa una volta pazzo e tre volte minchione.
Ogni artista non ha a disposizione soltanto la propria intelligenza, ma anche quella dei suoi amici.
Bisogna essere un uomo vivo e un artista postumo.
Noi siamo dei venditori. Bisogna vedere se siamo abbastanza onesti da vendere carne fresca oppure carne marcia.
Prediligo gli artisti che sono al culmine delle loro capacità espressive, a prescindere dal fatto che questo corrisponda a un successo popolare.
Un artista è come un melo: quando è giunta stagione comincia a sbocciare e poi a produrre mele.
Da secoli, solo l'artista è riuscito a staccare l'idea di lavoro dall'idea di profitto. E non tutti gli artisti sono capaci di questa dissociazione di concetti.
Gli artisti sono pochi, passano inosservati o derisi; gli uomini impongono loro una corona di spine, il cielo prepara ad essi una corona di stelle.
Il vizio e la virtù non sono per l'artista che la materia prima della sua arte.
Appena un artista ha trovato il vivo centro della sua attività, nulla per lui è così importante come mantenervisi: il suo posto non è mai, neanche per un attimo, accanto allo spettatore e al critico.
I grandi artisti non hanno patria.