Dio, gigantesco eufemismo.
Diffidate degli ottimisti, sono la claque di Dio.
Il peccato: inventato dagli uomini per meritare la pena di vivere, per non essere castigati senza perché.
In ogni bestia folgorata da un fucile in un sottobosco si ritorna a punire l'innocenza di Gesù Cristo.
Chi scrive per il suo tempo, disperi di sopravvivergli.
In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.
L'uomo più saggio davanti al dio sembrerà una scimmia, per saggezza, per avvenenza e per ogni altra cosa.
Dio ha creato gli uomini. Prima o poi ci riproverà.
Specialmente i cattolici hanno inventato tutto un bric-à-brac di "prove dell'esistenza di Dio", tutte del medesimo convincente calibro: gli stessi stratagemmi, le stesse ecclesiastiche capriole, atti di stupro filosofico, talvolta sospetti perfino ai signori della chiesa.
Coltivare erba non è legale? Se è Dio che ce l'ha data allora vuoi dire che anche Dio non è legale?
Se sento Dio, lo sento in me come una forza che mi spinge e non come un estraneo da adorare.
Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Dio non esiste. Però noi siamo il suo popolo eletto.
Se Dio è tutto, non dà gioia essere parte di questo tutto.
Un Dio che ci lascia provare la sua esistenza vuole essere considerato come un idolo.
L'adozione acritica del "rivelato" e del mistero dell'autorità implicati dalla rivelazione rendono ancora più difficile, o forse persino impossibile, la conquista di quel diritto più esigente: tacere a proposito di Dio.