Adorno diceva che la forma più alta di moralità è non sentirsi mai a casa, nemmeno a casa propria. Sono d'accordo. Non bisogna mai sentirsi troppo a proprio agio. Bisogna sempre essere un po' fuori posto.
I giochi di prestigio, o il barare alle carte, sono una metafora della realtà quotidiana, dei rapporti fra le persone.
Ogni separazione ci fa pregustare la morte, e ogni rivederci ci fa pregustare la resurrezione. Perciò le stesse persone, che erano state indifferenti l'una all'altra, si rallegrano tanto, quando, dopo venti o trent'anni, si incontrano di nuovo.
Le questioni fondamentali della politica non sono la libertà, la giustizia, l'uguaglianza. Si tratta di temi importanti ma, in qualche misura, derivati. La questione fondamentale è la scelta, cioè chi sceglie cosa, per chi e in base a quali criteri.
Suonare è un lavoro da duri. Anche scrivere è un lavoro da duri.
O cameretta, che già fosti un porto a le gravi tempeste mie diurne, fonte se' or di lacrime notturne, che 'l dì celate per vergogna porto.
La cosa più bella di un viaggio è il ritorno a casa. Apri la porta e senti quell'odore misto di mobili, libri e persone che ami, che è una fragranza unica. Il profumo di casa tua.
Ho una casa fantastica. A soli 20 minuti dal centro. Col telefono.
Ho paura di morire, perché ho appena pagato la caparra di una casa.
"Adda tene' pacienza pure int'a casa soia", doveva avere pazienza pure a casa sua. È bella la pacienza in napoletano perché mette un po' della parola pace dentro la pazienza.
C'è qualcosa della stessa forma nell'uomo che costruisce la sua propria casa di quanta ce ne sia in un uccello che costruisce il suo proprio nido.
Lo sguardo trascendente della fede che conduce al rispetto e all'amore verso il prossimo ci aiuta a scegliere di essere cittadini di una città particolare e a mettere in pratica atteggiamenti e comportamenti che creano cittadinanza.
Se noi consideriamo la casa come il luogo dove possiamo sciogliere tutti i freni inibitori, allora oltre che perdere la decenza, l'eleganza e il controllo del linguaggio che giunge al vituperio e all'offesa, si cancellano i limiti su cui ogni vita sociale si fonda.
Chi non ha una propria dimora non si sente un essere umano.
Come li riportiamo a casa?
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