In viva morte morta vita vivo!
Cesarino: Come intendi che la mente aspira alto? verbi grazia, con guardar sempre alle stelle? al cielo empireo? sopra il cristallino?
Non è armonia e concordia dove è unità, dove un essere vuol assorbir tutto l'essere; ma dove è ordine et analogia di cose diverse; dove ogni cosa serva la sua natura.
A chi manca il danaio, non solo mancano pietre, erbe e parole, ma l'aria, la terra, l'acqua, il fuoco e la vita istessa.
La materia della natura non ha forma alcuna assolutamente; ma la materia dell'arte è una cosa formata già della natura.
Il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.
La morte è più forte dell'amore, è una sfida all'esistenza.
La morte non deve essere temuta da coloro che vivono con saggezza.
Nella morte vi sono molti più incontri che separazioni.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
La morte in sé non è una brutta cosa: brutta è la strada che porta alla morte.
Vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
Essere ricordati dopo morti non è che una magra ricompensa per essere stati trattati con disprezzo quando eravamo in vita.
L'orrendo della morte è il suo cerimoniale. Quanto più bello sarebbe andarsene al cimitero da soli, a piedi.
Non penso alla morte, ma accetto il fatto che sia parte del gioco.