Lo sfortunato ha i giorni lunghi.
I pesci del mare son destinati a chi se l'ha da mangiare.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Suocera e nuora nella stessa casa sono come due mule selvatiche nella stessa stalla.
Chi non sa l'arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi.
Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione.
Non esiste un uomo più disgraziato di colui che non ha mai sofferto.
La sfortuna è l'incapacità dell'uomo a modificare la propria natura.
Una giornata a volte è matrigna, a volte è madre.
È consolazione per i disgraziati aver avuto compagni di sventura.
L'opportunità spesso si presenta camuffata in forma di sfortuna o di sconfitta temporanea.
Non è del coraggio cedere alla sfortuna.
Nelle sventure comuni si riconciliano gli animi e si stringono amicizie.
Quando uno non distingue più i banditi dagli sceriffi vuol dire che è nella merda.
Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.
Per raggiungere la serenità interiore, è bene non trascurare quel che c'è di favorevole e di buono negli avvenimenti che ci capitano contro la nostra volontà, oscurando e bilanciando il peggio con il meglio.