Sì, Gesù Cristo sulla croce. Ma a somiglianza di tutto il resto dell'umanità.
Il connotato del morto è l'impassibilità: l'ignoranza e la dimenticanza o facilità a dimenticare, riducono noi vivi, per la quasi totalità delle esperienze (o relazioni) possibili, a una impassibilità analoga.
L'Italia, un paese adorabile che meriterebbe d'essere meglio abitato.
Nessuno si è mai tolto volontariamente la vita. Il suicidio è una condanna a morte della cui esecuzione il giudice incarica il condannato.
Tutta la nostra esperienza interiore è il gioco di due fattori: la memoria (il passato), l'angoscia (il presente).
Quello che pesa, in questa nostra condizione umana, sono le poche gioie di cui godiamo, o meglio sono le nostre speranze, poiché esse c'incatenano alla vita.
Porta con gioia la tua croce e quella porterà te.
Crocifisso. Fa bella figura nell'alcova e sulla ghigliottina.
La croce deve apparirci in tutta la sua verità. Essa congiunge la terra al cielo, tende le braccia in tutte le direzioni, è il segno misterioso dell'umanità universale, il telaio sul quale viene tessuta la nostra vita.
La croce è folle; da ciò la sua gloria.
Molti cristiani portano delle croci attorno al collo. Credete che quando Gesù tornerà vorrà vedere una fottuta croce? Forse è per questo che non si è fatto ancora vedere.