Danzare in tempo di guerra, è come sputare in faccia al diavolo.
Il ballo è la più alta, la più commovente, la più bella delle arti, perché non è mera traduzione o astrazione dalla vita; è la vita stessa.
Può darsi che non sarai mai felice. Perciò non ti resta che danzare, danzare così bene da lasciare tutti a bocca aperta.
Il nostro corpo crea il pensiero e la danza è il suo linguaggio.
Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante.
È per l'erotismo come per la danza: uno dei partner s'incarica sempre di condurre l'altro.
La passione per la danza mi è stata trasmessa dai miei genitori, amanti del ballo e della musica, essendo il terzo ed ultimo figlio partecipavo con loro a tutte le feste danzanti. All'età di nove anni mi iscrissero ad una scuola di danza, visto il mio entusiasmo nel muovermi a tempo di musica.
Ogni giorno si deve ballare, anche se solo nel pensiero.
Sono l'Impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi Barbari bianchi componendo acrostici indolenti in uno stile d'oro dove danza il languore del sole.
La stessa corrente di vita che scorre nelle mie vene, notte e giorno scorre per il mondo e danza in ritmica misura. E' la stessa vita che germoglia gioiosa attraverso la polvere negli infiniti fili dell'erba e prorompe in onde tumultuose di foglie e di fiori.
La danza è un tentativo molto rozzo di penetrare nel ritmo della vita.