Il criterio della verità è la bellezza.
Solamente quando non ci sarà più nient'altro da donare che amore, questo amore sarà giunto alla piena maturazione.
Come nessun bambino si sveglia all'amore se non è amato, così nessun cuore umano può destarsi alla comprensione di Dio senza il libero dono della sua grazia nell'immagine del suo Figliolo.
All'occidente e solo all'occidente è toccata la grazia di nascere nel segno di un cosmo compiuto in cui arte e religione sono una cosa sola, nel cosmo delle epopee di Omero.
Con la serietà profetica della sua visione di giustizia Solone si distingue dai molti lirici (di prima e di poi) che si riversano in piatti e borghesi luoghi comuni.
La Mater Dolorosa non patisce invero le sofferenze fisiche del figlio inchiodato in croce, ma soffre più profondamente in ciò che gli procura l'insopportabile dolore dell'abbandono di Dio.
La bellezza è la miglior lettera di raccomandazione.
Il giudizio di gusto consiste proprio nel chiamar bella una cosa soltanto per la sua proprietà di accordarsi col nostro modo di percepirla.
Noi dobbiamo lottare per la bellezza perché senza Bellezza non si vive, E questa lotta deve investire ogni particolare: altrimenti come faremo un giorno a riempire piazza San Pietro?
Tra tutte le definizioni della bellezza che ho trovato in varie opere di filosofia, arte, estetica ecc. ricordo con piacere quella più semplice: troviamo una cosa bella in proporzione alla sua idoneità ad una funzione.
Datemi bellezza nell'anima interna; fate che l'uomo sia uguale dentro e fuori.
La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito.
La bellezza è un breve sospiro tra un cliché e un altro.
Una cosa bella è una gioia per sempre. La sua grazia aumenta, non finirà mai nel nulla.
Non è vero che i belli siano poco intelligenti: sono i brutti, invece che hanno troppo sviluppato il cervello per compensare le deficienze estetiche.
È bello ciò che è insieme eccitante e sublime.