Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare.
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere.
La letteratura è l'arte che sa profetizzare quel tempo in cui sarà ammutolita.
A quel tempo, cercavo i tramonti, i sobborghi e l'infelicità; ora cerco i mattini, il centro e la serenità.
La poesia non è meno misteriosa degli altri elementi dell'Universo.
Una delle scuole di Tlön nega perfino il tempo: argomenta che il presente è indefinito, che il futuro non ha realtà che come speranza presente.
Non v'è nulla di così disperatamente monotono come il mare, e non mi meraviglio più della crudeltà dei pirati.
Mare. Non ha fondo. Immagine dell'infinito. Fa venire grandi pensieri. In riva al mare bisogna sempre avere un cannocchiale. Quando lo si guarda, dire sempre: «Quanta acqua!».
Un sorso di mare in una coppa perde il suo lume non altrimenti che una seta.
Quelli che hanno servito la rivoluzione hanno arato il mare.
Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde.
Il fiume è dentro di noi, il mare tutto intorno a noi.
Chi sono io?... Chi sono!... Tutto tace.... Il mare ha coscienza di questa sua poesia? e il cielo?...
Il mare offre sempre storie incredibili circa la forza dei superstiti. I miti di molti paesi hanno varianti della stessa storia.
L'amore è così nessuno ne è indenne. È selvaggio, infiammato come una ferita aperta esposta all'acqua salata del mare, però quando si spezza il cuore non fa rumore.
Viviamo intorno a un mare come rane intorno a uno stagno.