Ecco cos'hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare.
La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.
Il destino è uno scrigno come altri non ne esistono, aperto e contemporaneamente chiuso, si guarda dentro e si può vedere quanto è successo, la vita passata, destino ormai compiuto, ma di quanto dovrà accadere non si ottiene niente, solo qualche presentimento, qualche intuizione.
La sconfitta ha qualcosa di positivo: non è definitiva. In cambio, la vittoria ha qualcosa di negativo: non è mai definitiva.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto.
Il mondo sarebbe molto più pacifico, se fossimo tutti atei.
"E vissero sempre infelici e scontenti." Così, per non ingannare il suo bambino termina le favole.
La verità certamente non fu mai ladra: la frode a noi venne sempre dal troppo immaginare.
La probità, la sincerità, il candore, la convinzione, l'idea del dovere sono cose che, quando s'ingannano, possono diventare orrende.
Non sono doni i doni dei nemici, e non giovano.
Quando si è innamorati si comincia sempre ingannando sé stessi e si finisce sempre ingannando gli altri. È quello che il mondo chiama sentimentalismo.
Il mercato è un luogo appartato dove gli uomini possono ingannarsi l'un l'altro.
Vale quasi sempre la pena di essere ingannati: i piccoli imbrogli della gente hanno un interesse che ci ripaga a usura di quel che ci costano.
L'inclinazione a esagerare, a reprimere o distorcere la verità, volenti o nolenti, è una debolezza naturale dell'uomo, e il silenzio è necessario per superarla. Un uomo di poche parole raramente sarà irriflessivo nei suoi discorsi; misurerà ogni parola.
La libertà è una parola che serve solo a fottere la gente.
Nessuno, quanto gli sciocchi, si crede capace di ingannare le persone intelligenti.