Il giornalista è sempre uno che dopo sapeva tutto prima.
Non la violenza, solo la debolezza mi mette paura.
La donna è coinvolta sessualmente in tutti gli affari della vita. A volte perfino nell'amore.
Uno che sa scrivere aforismi non dovrebbe disperdersi a fare dei saggi.
Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero.
Perché scrive certa gente? Perché non ha abbastanza carattere per non scrivere.
I giornalisti scrivono perché non hanno niente da dire, e hanno qualcosa da dire perché scrivono.
Il giornalista è il solo scrittore che, quando prende la penna, non spera nell'immortalità.
Come diceva Orson Welles, per avere materiale sempre nuovo basta affidarsi alla cronaca.
La stampa non è l'opinione pubblica.
Il giornalista è uno che, dopo, sapeva tutto prima.
Sento un profondo disgusto per i giornali, ossia per l'effimero, per il transitorio, per quanto oggi è importante ma domani non lo sarà più.
I giornali hanno con la vita all'incirca lo stesso rapporto che hanno le cartomanti con la metafisica.
Ah, il giornalismo obiettivo! Quante fregature abbiamo dato al lettore sventolando questa bandiera fantasma.
Forse per questo tanti giornalisti diventano arroganti e presuntuosi da vecchi: per le umiliazioni che hanno dovuto ingoiare all'inizio del mestiere.
Non invento i miei libri: saccheggio storie dai giornali o ascolto con orecchio attento le vicende degli amici. Da questi spunti poi i miei personaggi emergono da soli, con naturalezza.