La democrazia consiste nel mettere sotto controllo il potere politico.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
La libertà politica è una condizione preliminare del libero uso della ragione di ogni individuo.
La democrazia è l'espressione di una società aperta, basata sull'esercizio critico della ragione umana, e quindi su un continuo perfezionamento di determinate istituzioni, senza ricorso ad atti di violenza.
Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione.
Ciò che realmente conta è la piccola minoranza di uomini che creano opere d'arte o di pensiero, i fondatori di religioni e i grandi uomini di Stato. Sono questi pochi individui eccezionali che ci permettono di farci un'idea della vera grandezza dell'uomo.
Rifiuto di essere guidato da una cosa così stupida come la democrazia.
La democrazia è l'arte del pensiero collettivo, ma indipendente.
La carica di Presidente si è così imbastardita: mezzo regno e mezza democrazia, che nessuno sa se genuflettersi o sputare.
Il mio rammarico è che non si è voluto continuare a indagare, a studiare il nostro lavoro, ad andare fino in fondo, a leggere, a soppesare i 120 volumi degli atti della Commissione, che tutti potrebbero consultare, che si trovano nella biblioteca della Camera.
Per indisposizione del dittatore la democrazia si replica.
Il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l'appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna.
Il limite della democrazia: troppi coglioni alle urne.
Il sogno della democrazia è di innalzare il proletario al livello di stupidità raggiunto dai borghesi.
La democrazia bisogna guadagnarsela; la dittatura la si merita.
Oggi il nome "democrazia" è rimasto alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite una parola accademicamente corretta, ma forse meno comprensibile, che significa: dominio dei prestatori di denaro.