Chi altri offende, sé non sicura.
Chi poco pensa, molto erra.
Colui che in una discussione fa sfoggio di autorità, non usa la ragione, ma la memoria.
Chi più possiede, più debbe temere di non perdere.
Chi non raffrena la volontà colle bestie s'accompagni.
L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente.
Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve.
Se il vostro occhio destro vi offende, strappatevelo; se il vostro braccio destro vi offende, tagliatevelo. E se la vostra ragione vi offende, diventate cattolico.
Dire noi ed intendere io è una delle offese più raffinate.
Un servigio al di sopra di ogni ricompensa, costringendo a troppa gratitudine, diventa quasi un'offesa.
Si perdonano coloro che ci hanno offeso perché così il conto torna: un'offesa ciascuno. Ma quest'ultima è mortale.
È si perdona per certo ogni offesa, ma sempre pur nella memoria resta, e così l'uno all'altro contrappesa.
La più grande offesa che si possa dare ad un asino è quella di chiamarlo uomo.
Fare molto rumore a proposito di un'offesa ricevuta, non diminuisce il dolore, ma aumenta la vergogna.
Non si pesano sulla stessa bilancia le offese che si arrecano e quelle che si subiscono.
Se non incontri mai qualcosa che ti offende, significa che non vivi in una società libera.