Chi scalza il muro, quello gli cade addosso.
Come è più difficile a 'ntendere l'opere di natura che un libro d'un poeta.
I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio.
Non è laudabile quel pittore che non fa bene se non una cosa sola, come un nudo, testa, panni, o animali, o paesi, o simili particolari, imperocché non è sí grosso ingegno, che voltatosi ad una cosa sola, e quella sempre messa in opera, non la faccia bene.
La stoltizia è scudo della vergogna, come la improntitudine della povertà.
Nessuno effetto è in natura sanza ragione; intendi la ragione e non ti bisogna sperienza.
Ci sono cose che spesso non possiamo fare e di solito sono le più importanti.
Bisogna che ognuno conosca i propri limiti.
Cavilla sui tuoi limiti e senza dubbio ti apparterranno.
Non c'è destino, ma soltanto dei limiti. La sorte peggiore è subirli. Bisogna invece rinunciare.
Quando ricevi il primo pugno in faccia e ti rendi conto di non essere di vetro, non ti senti vivo finché non ti spingi oltre il tuo limite.
Ogni uomo prende i limiti del proprio campo visivo per i limiti del mondo.
Chi non conosce il suo limite tema il destino.
Quando i limiti sono trascesi viene a mancare il riferimento all'esperienza possibile, così l'uomo cade nelle "inevitabili illusioni della ragione umana".
Abbiamo bisogno di vedere che i nostri limiti vengano trasgrediti e che ci sia vita che pascoli liberamente dovunque noi vaghiamo.
I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.