Quando si legge, si ama sempre un poco versarsi fuori di sé, viaggiare.
L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.
Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione.
La lode più alta a Dio è nella negazione dell'ateo che ritiene la creazione tanto perfetta da poter fare a meno di un creatore.
Gli interessi della nostra vita sono così molteplici, che non di rado, in una stessa circostanza, le basi di una felicità che ancora non esiste sono piantati accanto all'aggravarsi di un dispiacere di cui stiamo soffrendo.
Viviamo di solito nell'abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell'abitudine: essa sa quello che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
Il viaggio più serio è quello che porta all'incontro con Dio.
La gente viaggia per le stesse ragioni per cui colleziona opere d'arte: perché così fa la buona società. Essere stati in certi punti della superficie terrestre è socialmente appropriato; dà un senso di superiorità su coloro che non ci sono mai stati.
Sì, viaggiare, evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure, gentilmente senza fumo con amore, dolcemente viaggiare rallentare per poi accelerare con un ritmo fluente di vita nel cuore, gentilmente senza strappi al motore.
Visitare terre lontane e conversare con genti diverse rende saggi gli uomini.
Io imparo recandomi dove devo andare.
La cosa che più conta di un viaggio è non smettere di viaggiare.
Il viaggio è la ricompensa.
Non viaggiava, tracciava semplicemente una circonferenza sul globo terrestre. Era un corpo grave, che percorreva un'orbita e seguiva le leggi della meccanica razionale.
Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l'illusione del viaggio.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere occhi nuovi.