La morte ti sovrasta: fin tanto che vivi, fin tanto che puoi, sii buono.
Ben più gravi sono gli effetti prodotti in noi dall'ira e dal dolore, con cui reagiamo alle cose, che non quelli prodotto dalle cose stesse, per le quali ci adiriamo o ci addoloriamo.
Non disprezzare la morte ma accoglila di buon grado perché anch'essa è un ente tra quelli che natura vuole.
Prendi senza orgoglio, rinunzia senza difficoltà.
L'uomo che vive più a lungo e quello che vive meno, quando muoiono, perdono la stessa unica cosa.
Ama il mestiere che hai imparato e accontentatene.
Su tutte le tombe dovrebbe essere scritto: non piangetemi perchè sono morto, ma perchè avei voluto dirvi una cosa, una sola, e non ho trovato il modo.
La morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza.
Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire non ha ancora iniziato a vivere.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
E poi morire non è nulla. E' solo finire di nascere.
Se dovessi scegliere tra la vita e la morte, perchè non esiste vita senza di te, di sicuro sceglierei la morte prima che mi scelga lei.
Finché c'è morte c'è speranza.
Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero trovato un modo qualsiasi di aggirarla.
La morte, inevitabile termine a chi venne in vita, mai fu inutile a chi mal vive, e mai dannosa a chi visse bene.