Con la consuetudine si forma quasi un'altra natura.
Ogni uomo può dire quante oche o quante pecore possiede, ma non quanti amici.
L'amicizia racchiude in se moltissimi e grandissimi vantaggi; ma ce n'è uno che senza dubbio li supera tutti: essa irradia nell'avvenire la luce di liete speranze e non permette che l'animo si fiacchi e cada a terra.
Chiunque può sbagliare; ma nessuno, se non è uno sciocco, persevera nell'errore.
Ama come se più tardi dovessi odiare.
L'opera poetica di Lucrezio è proprio come mi scrivi: rivela uno splendido ingegno, ma anche notevole abilità artistica.
Sorga tra voi una comunità che inviti al bene, raccomandi le buone consuetudini e proibisca ciò che è riprovevole.
La consuetudine è una seconda natura che distrugge la prima.
Decor è il bell'apparire di un'opera priva di difetti, le cui parti rispondono a un calcolo preciso, e questo lo si ottiene rispettando la consuetudine o la natura.
La consuetudine che da certuni non a torto è detta una seconda natura.
La perfezione si raggiunge quando la consuetudine di fare il bene si trasforma in piacere.
Il conformismo non ama le realtà vere, né gli spiriti creativi, ma solo nomi e consuetudini.
La morale è una consuetudine più che una legge naturale.
Si potrebbe dire che la consuetudine alla noia e al dolore determina da parte nostra una inerzia una resistenza alla gioia.
Dove potrò trovare un uomo che sia guidato dalla ragione invece che dalle consuetudini e dalle necessità?