Il vero bene comune degli uomini è l'uomo stesso.
L'umanità che ha fame non potrà mai conoscere la fame dello spirito in tutta la sua purezza fintantoché la fame fisica non sarà stata colmata.
I preti parlano spesso della croce, è bene che ne vivano anche.
Dio è la nostra radice comune.
Non rischiamo niente mettendoci a disposizione di Dio: e poiché la sua giovinezza è immutabile, anche la nostra giovinezza si rinnoverà come quella della Chiesa.
Dio non può perdere niente, perché ha sempre dato tutto e la sua vita è, appunto, questo dono infinito che Egli è.
È la volontà che fa l'uomo grande o piccolo.
Fra uomo e donna non può esserci amicizia. Vi può essere passione, ostilità, adorazione, amore, ma non amicizia.
Gli uomini provano poca ammirazione per la meravigliosa magnificenza dei Cieli.
L'uomo che guardo con timore, con speranza, con desiderio, con precise intenzioni e richieste, non è un uomo, ma solo un torbido specchio della mia volontà.
Di tutte le creature solo l'uomo è capace di concepire un bene superiore al bene egoistico, e di conseguenza, è impossibile per lui provare completa soddisfazione nella vita pratica.
La vita psichica dell'uomo ricorda per il suo sviluppo e per la sua struttura, la struttura della corteccia terrestre; essa cioè è formata di strati sovrapposti l'uno sull'altro.
Bisogna fare della propria vita come si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita di un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui.
Quanto più l'uomo si conosce, tanto più progredisce.
L'uomo, mio caro, è un paradosso. Una creatura assai bizzarra. Ride quando c'è da piangere, piange quando gli converrebbe ridere; vive senza cervello e muore senza voglia.