Si insegna alle persone come ricordare, non s'insegna mai loro come svilupparsi.
I bei modi, prima della morale!
La conversazione erudita è o l'affettazione dell'ignorante, o la professione di colui che è mentalmente disoccupato.
Il romanzo è il privilegio dei ricchi, non la professione dei disoccupati. Il povero deve essere pratico e prosaico.
Se un libro non dà piacere a rileggerlo infinite volte, tanto vale non leggerlo affatto.
Gli uomini si sposano perché sono stanchi, le donne perché sono curiose: gli uni e gli altri restano sempre delusi.
Non puoi insegnare al granchio a camminare diritto.
In definitiva, ha qualcosa da insegnare solo chi non vuole insegnare.
L'arte di insegnare consiste tutta e soltanto nell'arte di destare la naturale curiosità delle giovani menti, con l'intento di soddisfarla in seguito. Per digerire il sapere, bisogna averlo divorato con appetito.
Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e tre quarti teatro.
Non si può insegnare a più d'uno. Non s'impara qualcosa dagli altri che nelle conversazioni a due, dove colui che insegna si adatta alla natura dell'altro, rispiega, esemplifica, domanda, discute e non detta il suo verbo dall'alto.
Durante i miei nove anni alle scuole superiori non sono riuscito a insegnare niente ai miei professori.
L'idea che si possa insegnare senza difficoltà deriva da una rappresentazione idealizzata dello studente. Il buon senso pedagogico dovrebbe rappresentarci il somaro come lo studente più normale che ci sia.
Tutti gli sciocchi credono a quello che dicono i loro insegnanti, e chiamano la loro credulità scienza o moralità con la stessa fiducia con cui i loro padri la chiamavano rivelazione divina.
Colpisci uno per insegnare a cento.