Leggere, scrivere, è dovere; viaggiare, è potere.
Esiste una tecnica delle ferie, ma nessuno ce l'ha insegnata; dai nostri genitori abbiamo imparato a calcolare quel che l'ozio ci fa perdere, non quello che ci fa guadagnare. Oggi, dobbiamo imparare di nuovo a rilassarci. È un mestiere come un altro; una vocazione, anche.
Il viaggio più bello quaggiù è quello che facciamo l'uno verso l'altro.
Un buon viaggiatore non dovrebbe esibirsi affermare, spiegare, ma tacere, ascoltare e comprendere.
Viaggiare è essere infedeli. Siatelo senza rimorsi. Dimenticate i vostri amici per degli sconosciuti.
Era bella come la moglie di un altro.
Quando si legge, si ama sempre un poco versarsi fuori di sé, viaggiare.
Cavalcare, viaggiare e cambiare luogo ricreano l'animo.
La carta geografica, insomma, anche se statica, presuppone un'idea narrativa, è concepita in funzione d'un itinerario, è un'Odissea.
Viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé.
Qualunque cosa si faccia e ovunque si vada, dei muri ci si levano intorno creati da noi, dapprima riparo e subito prigione.
Quella notte, a letto, mi chiedevo se mi sarei addormentato oppure esploso, invece mi arrivò un'idea. Se non si riesce a far funzionare la propria vita si può per lo meno andare via. Si può cambiare il modo di vivere, disfarsi della routine, vivere rischi veri. Era una questione di dignità.
Riconoscerai la tua strada quando ci arriverai, perché avrai improvvisamente tutta l'energia e l'immaginazione di cui hai mai avuto bisogno.
Notte e giorno c'è sempre gente che va attorno per il mondo.
Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell'aria che respiriamo.