La religione è l'effetto placebo dell'anima.
In teatro, spesso, le cose migliori sono gli intervalli.
Si ammette di avere quarant'anni soltanto dopo avere superato i cinquanta.
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita.
Dio, dicono, ha i suoi disegni. E allora, perché non fa una mostra?
Ogni religione positiva non è, propriamente parlando, che l'usurpatrice del trono che spetta alla filosofia. Per questo i filosofi la osteggeranno sempre, anche se dovessero considerarla un male necessario, una stampella per la patologica debolezza di spirito della maggior parte degli uomini.
Quando si leggono le bibbie, ci si sorprende meno di ciò che la divinità sa che di ciò che non sa.
La religione consiste nel credere che tutto quello che ci accade è straordinariamente importante. Non potrà mai sparire dal mondo, proprio per questa ragione.
La religione di Gesù Cristo, annunciata da ignoranti, ha fatto i primi cristiani. La stessa religione, predicata da dotti, oggi fa soltanto degli increduli.
Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
L'unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre intensamente il reale.
Niente è più specifico all'uomo della capacità di religione e del senso di una divinità.
Le superstizioni sono la vera religione del popolo, mica il cattolicesimo o l'islamismo!
La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille.
La religione è la reazione totale di un uomo alla vita.