Bene visse colui che poté morire come volle.
La necessità impone la legge, ma non ne accetta alcuna.
Colui che osa, vince il pericolo ancor prima di incontrarlo.
A chi tende a far male non mancheranno mai occasioni.
Un bel viso è una tacita raccomandazione.
Non conosce la paura degli agguati chi non li sa tendere.
Non mi fare viaggiare, non mi spostare, sono salita qua sopra per togliermi.
Il suicidio, lungi dall'essere negazione della volontà ne deriva che la distruzione di un fenomeno isolato è azione in tutto vana e stolta.
Se devi suicidarti... cerca di escogitare il modo più decoroso possibile di farlo; non si deve mai perdere di vista la decenza, sia in vita che in morte.
I suicidi sono solo degli impazienti.
Il morire per fuggire la povertà o l'amore o una sofferenza qualsiasi non è da uomo coraggioso, ma piuttosto da vile: è una debolezza quella di fuggire i travagli, e chi in tal caso affronta la morte non lo fa perché è bello, ma per fuggire un male.
Quando ci si toglie la vita, si vuol far sì che gli altri si disperino. Ma se così facendo crediamo di dar loro soddisfazione, allora la nostra vita ce la teniamo.
Ma non mi lamenterò più. Ho ricevuto la vita come una ferita e ho proibito al suicidio di guarire la cicatrice. Voglio che il Creatore ne contempli, in ogni ora della sua eternità, il crepaccio spalancato.
Il suicidio fu l'ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d'ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi.
Ci sono molti che non osano uccidersi per paura di quello che ne direbbero i vicini.
La ragione vera, l'unica ragione per la quale noi condanniamo il suicidio si è questa: che il suicida, in quanto tale è un negatore della speranza, ossia del nostro istinto vitale.