Il generoso sta al prodigo come il parsimonioso all'avaro.
Ci si masturba anche per non dover poi dire: "ti amo".
L'eleganza si vede; la classe si sente.
Ci si finge modesti per farsi ancor più adulare.
L'appetito non vien mangiando, ma vedendo mangiare gli altri.
La forza della chiesa cattolica è la fede nelle superstizioni che da secoli instilla nelle anime semplici e sprovvedute.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
Un avaro non può mai essere virtuoso.
L'avaro prova insieme tutte le preoccupazioni del ricco e tutti i tormenti del povero.
Se vuoi eliminare l'avarizia, devi eliminare sua madre: la prodigalità.
Bisogna fuggire l'avarizia perché è un difetto molto brutto e cattivo, ma bisogna amare l'economia che è buona virtù e sorella della prudenza; essa è un grande aiuto alla carità.
Era avarissimo: quando dava la mano porgeva solo due dita.
I pensieri dell'avaro sono pesanti e lividi come il metallo ch'egli ama.
Il più grande piacere per un avaro è la rinuncia a un piacere.
Essere avaro vuol dire rubare agli altri, scialacquare vuol dire rubare a sé ed agli altri.
L'avarizia è naturale. Percorri pure tutta la città, le piazze, le case, i templi: se qualcuno affermerà di non volere più di quello che gli basti --- la natura infatti è contenta di poco --- ritieni di avere trovato la fenice.