Chi è morto non sente nessun male: se lo sente non è morto.
La morte ci consuma giorno per giorno, non ci trascina via all'improvviso.
I più ondeggiano infelici tra il timore della morte e le angosce della vita: non vogliono vivere, né sanno morire.
Ciò che danneggia deve essere più forte di ciò che viene danneggiato; ma la malvagità non è più forte della virtù; il saggio, dunque, non può essere danneggiato.
La vecchiaia e' una malattia incurabile.
Quando la si desidera, una cosa sembra straordinaria, ma dopo averla ottenuta nessuno è soddisfatto.
Scusare il male significa moltiplicarlo.
Il concetto di rappresentare il male e poi distruggerlo è considerato importante, ma penso che ormai sia marcio. Questa idea che ogni volta che succede qualcosa di male, qualcuno in particolare può essere accusato e punito, nella vita così come nella politica non trova speranza.
I mali incerti sono quelli che ci tormentano di più.
Quando tutto va bene, qualcosa andrà male.
Se gli uomini potessero operare impunemente, non esiterebbero a compiere il male. Né dopo si sentirebbero peggiori.
Chi si rallegra del male altrui, non troverà chi compianga il suo.
A raccontare i propri mali, spesso vi si porta sollievo.
Imparando a conoscere i mali della natura, si disprezza la morte; imparando a conoscere quelli della società, si disprezza la vita.
Chi non punisce il male, comanda che si facci.
Una verità su un male, se detta senza arte, è un male. Deve essere preziosa in sé. Allora concilia col male e col dolore per l'esistenza dei mali.