È una grande ricchezza la povertà regolata dalla legge di natura.
È quando non si ha più speranza che non si deve disperare di nulla.
Cavalcare, viaggiare e cambiare luogo ricreano l'animo.
Uno assiste l'amico ammalato: bravo! Ma lo fa per ereditare: è un avvoltoio, aspetta il cadavere. Le stesse azioni possono essere oneste o disoneste: quello che conta è il perché o il modo in cui sono fatte.
La morte che tanto temiamo e rifiutiamo interrompe la vita, non la elimina.
Come non è affatto lodevole tendere a cose concrete senza amore alcuno delle virtù e senza cura della propria mente, e limitarsi al puro e semplice operare, così è un bene imperfetto e fiacco la virtù confinata in un ritiro inattivo, che non dimostra mai ciò che ha imparato.
Quello di essere poveri e di voler vivere da ricchi è un vizio molto diffuso.
Tutti qui viviamo in una condizione di ambiziosa povertà.
La povertà è una forma di halitosi sprirituale.
La povertà e le ostriche sembrano sempre andare in compagnia.
Oggi casa povera è il mondo intero, che ha tanto bisogno di Dio!
La povertà è una cosa anormale per i ricchi. È difficile capire perché la gente che vuole la cena non suona il campanello.
Chi è povero, essendo amato?
Nessuno al mondo è più povero del ricco incapace di dissipare.
Quando si pensa essere sì pochi che godono o per meglio dire monopolizzano i benefici della società incivilita e che tanti sono i sofferenti, non si può fare a meno di dubitare: se veramente la classe povera ritrae molto profitto dalla civiltà presente.
L'aspetto più atroce della povertà è costituito dal fatto che rende ridicoli.