Non puoi credere che uno diventi felice se rende infelici gli altri.
Il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.
È grande chi sa essere povero nella ricchezza.
Non fa differenza tra desiderare e avere.
Abbastanza lunga è la vita e data con larghezza per la realizzazione delle cose più grandi, se fosse tutta messa bene a frutto.
Un animo grande disprezza la grandezza e preferisce la moderazione agli eccessi; quella è utile e vitale, questi, invece, nocciono, proprio perché sono superflui.
La felicità è reale solo quando condivisa.
Gli uomini, in fondo, sanno benissimo che la felicità è un sogno, e nulladimeno, non paghi di serbarne in cuore il desiderio e la speranza, vogliono di questa speranza e di questo desiderio fare un diritto.
Tu vorresti insegnarmi come conservare i miei beni e la mia condizione; ma io desidererei piuttosto imparare come potrei perderli ed essere ugualmente felice.
Ditemi cosa fa bisogno per essere meno infelici, se pure questo nome di felicità esiste.
La felicità son tutti quegli incontri, brevi o meno, che ti danno un'emozione. E' tutto questo che fa la vita.
La felicità raduna, il dolore riunisce.
Siamo felici perché sorridiamo e non viceversa.
La felicità in assoluto non esiste, essa è solo una momentanea sospensione dell'affanno.
Niente invecchia come la felicità.
Tutti vogliono vivere felici, ma quando si tratta di veder chiaro cos'è che rende felice la vita, sono avvolti dall'oscurità. Ed è così difficile raggiungere una vita felice che più la si ricerca con affanno più ci se ne allontana.