Un uomo che soffre prima del necessario soffre più del necessario.
Il più potente è colui che ha se stesso in proprio potere.
Non c'è età più adatta alla saggezza di quella che è arrivata al dominio di sé attraverso svariate esperienze, dopo lunghi e frequenti pentimenti.
La morte che tanto temiamo e rifiutiamo interrompe la vita, non la elimina.
Il sapiente è di migliore qualità, se nessuna offesa gli nuoce, piuttosto che se non gliene viene fatta nessuna; e io dirò uomo valoroso quello che non è domato dalle guerre e non è impaurito dalla forza del nemico che si avvicina, non quello che si gode un pingue ozio tra popoli inoperosi.
La fortuna non ha mai fatto un uomo saggio.
Se una sofferenza ci tormenta senza aiutarci, bisogna smetterla prima possibile e allontanare dal cuore conforti illusori e l'amara voluttà del dolore.
Quando si soffre, si crede che di là dal cerchio esista la felicità; quando NON si soffre si sa che questa non esiste, e si soffre allora di soffrire perché non si soffre nulla.
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
Il nostro atteggiamento verso la sofferenza è assai importante, perchè può influire sulla capacità di affrontare il dolore quando questo si presenta.
Non lasciar discutere la propria coscienza, né disarmare la propria volontà, è così che si ottiene la sofferenza, è così che si ottiene il trionfo.
L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.
L'uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro; nessuno si conosce finché non ha sofferto.
Forse la gente deve soffrire davvero prima di arrischiarsi a fare ciò che ama.
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Il piacere è spesso un visitatore; ma la sofferenza si attacca crudelmente e lungamente a noi.