Non possiamo attaccarci al passato senza attaccarci ai nostri delitti.
I santi (i quasi santi) sono più esposti degli altri al diavolo, perché la reale conoscenza che posseggono della propria miseria rende loro la luce quasi intollerabile.
Solo compiendolo si ha l'esperienza del bene.
Si ha l'esperienza del male solo vietandoci di compierlo; o, se lo si è compiuto, pentendosene.
I beni più preziosi non devono essere cercati ma attesi. L'uomo, infatti, non può trovarli con le sue sole forze, e se si mette a cercarli troverà al loro posto dei falsi beni di cui non saprà neppure riconoscere la falsità.
L'uomo vorrebbe essere egoista e non può. È questo il carattere più impressionante della sua miseria e l'origine della sua grandezza.
Un uomo onesto aumenta il tempo della sua vita: vive due volte chi riesce a godere del passato.
Il passato è passato, ma il presente, da cui dipende strettamente il futuro, non può essere ignorato. Quest'ignoranza rappresenta un vero pericolo.
Ci sarà sempre una penna per scrivere il futuro, ma non ci sarà mai una gomma per cancellare il passato.
Perché dovremmo guardare al passato per prepararci al futuro? Perché non c'è nessun altro posto in cui cercare.
Non si dovrebbe mai guardare i vecchi ritratti. Anzi, non si dovrebbe mai farsi fare un ritratto. Gli anni passano, e un bel giorno si hanno così dei testimoni dolorosi della propria giovinezza, del tempo passato.
Se vuoi conoscere il passato, guarda il tuo presente. Se vuoi conoscere il futuro, guarda il tuo presente.
Non vuole più vivere, tranne che il passato.
La verità che tu dici non ha passato né futuro. È e non deve essere altro.
Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come se ci fosse estraneo.
Le decisioni del nostro passato sono le fondamenta del nostro presente.