La speranza era nel valore, la salvezza dipendeva dalla vittoria.
Tentando, molte cose si riesce a compiere, che i neghittosi credevano impossibili.
È tanto più facile ricambiare l'offesa che il beneficio; perché la gratitudine pesa, mentre la vendetta reca profitto.
La più ingiusta condizione delle guerre sta in questo, che tutti si attribuiscono il merito delle imprese andate bene, mentre le sconfitte sono sempre imputate a uno solo.
La ragione e il giudizio sono le qualità di un leader.
Il vizio esisterà finché esisteranno gli uomini.
Il brigantaggio non è che un accesso di eroica follia, e di ferocia disperata: un desiderio di morte e distruzione, senza speranza di vittoria.
Nella lotta, si conosce il soldato; solo nella Vittoria, si conosce il cavaliere.
La conquista è di chi crede di poterlo fare. Fai le cose che hai paura di fare e la sconfitta della paura è certa.
Solo valutando tutto esattamente si può vincere, con cattive valutazioni si perde. Quanto esigue sono le probabilità di vittoria di chi non fa alcun calcolo!
Chi aveva meno voglia di giocare vince.
Una spada costringe l'altra a rimanere nel fodero.
La mancanza di generosità nella vincita diminuisce il merito e i frutti della vittoria.
Sono le vittorie che tu riporti giornalmente sulla solitudine, sulla povertà, sulla fame, sulla fatica, sulla sconfitta, sulla delusione, sull'ingiuria, sul disprezzo, sulla sofferenza. Sono la tua resistenza alle difficoltà. Sono il tuo coraggio nell'affrontarle.
In guerra non ci sono sostituti della vittoria.
Se pensi di poter vincere, puoi vincere. La fede è necessaria alla vittoria.