L'unica innocenza possibile all'uomo è di sentirsi colpevole.
Chi non seppe esser giovine non sa esser vecchio.
Più lega gli amanti il vincolo delle pene comuni che non quello dei piaceri.
L'incremento che la scienza porta al nostro potere è troppe volte annullato dall'aumento concomitante della nostra presunzione.
Mala curiosità intellettuale voler fiutare dove si sa che c'è il puzzo.
La più amena trovata dell'intellettualismo è di pigliarsela con l'intelletto.
Noi entriamo in un mare che non ha sponde, in un mare di ribalderie, ove l'ingiustizia e la soverchieria veleggiano col vento in poppa, e la sola innocenza è in burrasca, da tutti abbandonata, fuorché dal Cielo che la vuole afflitta, ma non sommersa.
Tutto si integra nell'eterno ritorno: ciò lo sanno gli umoristi, i santi e gli innocenti.
Per condannare gli innocenti, quelli che hanno il potere trovano sempre qualche legge. Sono essi che le fanno, le leggi.
Bene e male, peccato e innocenza, attraversano il mondo tenendosi per mano. Chiudere gli occhi di fronte a metà della vita per vivere in tranquillità è come accecarsi per camminare con maggior sicurezza in una landa disseminata di burroni e precipizi.
L'innocenza non è qualcosa che si conserva, è soprattutto qualcosa che si riconquista.
Essere innocenti è pericoloso perché non si hanno alibi.
Difesa migliore che usbergo o scudo, è la santa innocenza al petto ignudo.
Per un uomo, ci sono pochi modi più innocenti di tenersi occupato che quello di far soldi.
Le vittime suggeriscono innocenza. E l'innocenza, per mezzo di una logica inflessibile che regola tutte le relazioni dei termini, suggerisce colpa.
Si tenga lontano come la peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione a un'età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a danno incalcolabile della sua innocenza.