Intendere cosa sia Dio è impresa superiore all'uomo e al suo intelletto.
Quattro sono le potenzie: memoria e intelletto, lascibili e concupiscibili. Le due prime son ragionevoli e l'altre sensuali.
L'unico modo di rafforzare il proprio intelletto sta nel non avere opinioni decise su nulla; lasciare che la propria mente sia una strada di passaggio per tutti i pensieri.
Non occorre intelletto per essere intellettuali.
Ci sono, tra noi, dei ciechi, dei guerci, degli strabici, dei presbiti, dei miopi, uomini dalla vista acuta o confusa, o debole o instancabile. Tutto questo è un'immagine abbastanza fedele del nostro intelletto.
La natura ha in odio l'intelletto.
L'intelletto distingue fra il possibile e l'impossibile. La ragione distingue fra il sensato e l'insensato. Anche il possibile può essere insensato.
Chi non procede per una sol via, di nessuna va a capo; chi l'arco non tende del proprio intelletto ad un unico scopo, nulla colpisce.
Il cuore vuole sempre la parte sua nelle operazioni dell'intelletto.
Non diamo arbitrariamente leggi all'intelletto o ad altre cose, ma come scribi fedeli le riceviamo e copiamo dalla voce rivelata della Natura.