Il futuro è già qui. Solo che non è ancora del tutto equamente distribuito.
Il futuro è già arrivato. Solamente non è ancora stato uniformemente distribuito.
Ho evitato Internet ma solo fino a quando l'avvento del web non l'ha trasformata in una tale magnifica opportunità di perdere tempo da non poterle più resistere.
Non ho bisogno di scrivere in merito al futuro. Per la maggior parte delle persone, il presente è già abbastanza inquietante.
Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro.
Domandarono al Buddha perché i suoi discepoli sembrassero sempre così allegri; la sua risposta fu: Non rimpiangono il passato né si preoccupano del futuro; vivono nel presente, ecco perché sono gioiosi.
Non solo la potenza atomica verrà sprigionata, ma un giorno imbriglieremo la salita e la discesa delle maree e imprigioneremo i raggi del sole.
Per fare in modo che il mondo che noi vogliamo non assomigli troppo a quello in cui viviamo oggi, è tempo di decolonizzare il nostro immaginario. Non è affatto sicuro che ci restino ancora trent'anni.
C'è una sorta di sollievo nel vuoto del mare. Né passato, né futuro.
Non si può prevedere il futuro partendo dal passato.
Il passato è storia, il futuro è un mistero e questo momento è un dono.
Sul futuro, vago e incerto, si possono fare un'infinità di piani interessanti, meglio ancora se azzardati e improbabili, tanto niente corrisponderà alle nostre elucubrazioni, ma almeno avremo avuto il piacere di progettare.
L'uomo che volge lo sguardo al passato non merita di avere un futuro dinanzi a sé.
L'avvenire non esiste che al presente.
Il futuro è incerto e problematico per tutti noi.