Per tutti i cambiamenti importanti dobbiamo intraprendere un salto nel buio.
Com'è piacevole il giorno in cui smettiamo di lottare per essere giovani, o magri.
Una pura emozione umana senza corpo è la non-entità.
Il recedere da una pretesa è un sollievo tanto grande quanto il vederla soddisfatta.
Ovunque ti trovi, è il tuo amico a costruire il tuo mondo.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo.
Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: 'Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?'. E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato.
I cambiamenti di luogo non rendono intelligente chi è stupido.
Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.
Ero intelligente e volevo cambiare il mondo, ora sono saggio e sto cambiando me stesso.
Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In realtà è l'unico modo in cui è sempre successo.
I tempi cambiano. E dobbiamo cambiare anche noi. Quali che siano i rischi. Qualsiasi cosa siamo costretti a lasciarci alle spalle.
Il serpente che non può cambiar pelle muore. Lo stesso accade agli spiriti ai quali s'impedisce di cambiare opinione: cessano di essere spiriti.
Sopporta, non criticare, ciò che non puoi cambiare.
Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.